Come programmare per il riassorbimento radicolare esterno...

 

Buongiorno a tutti e benvenuti ai nostri 10 minuti di ortodonzia quotidiana.

Evidentemente non è più molto quotidiana. Purtroppo riesco ad aggiornare il blog meno di quanto vorrei, ma vi prometto che farò del mio meglio per aumentare il numero dei post a settimana!

Partiamo con il post di oggi.

Oggi parliamo di riassorbimento apicale esterno. Il vero terrore di ogni ortodontista che si rispetti. Mi dispiace dirlo, ma se non avete paura dei riassorbimento è perché non ve n’è mai capitato uno. Ne parliamo oggi e lo facciamo leggendo l’interessantissimo articolo che potete trovare gratuitamente qui: https://doi.org/10.1093/ejo/cjz034.

L’articolo punta a sviluppare delle linee guida, tedesche, per affrontare fin da subito correttamente il problema del riassorbimento periapicale esterno. In realtà non si tratta che di una revisione sistematica, ma molto orientata alla clinica e questo come sapete per me è oro.

Così come fanno gli autori affrontiamo la faccenda con delle domande: 

Cos’è il riassorbimento apicale esterno e come si classifica?

Il riassorbimento apicale esterno può essere visto da un punto di vista istologico, ma ciò che interessa noi è  una riduzione apprezzabile dalla radiografia (viene riportata come standard l’orto panoramica) della radice del dente. Ovviamente non tutti i riassorbimenti sono uguali, quelli clinicamente significativi sono quelli maggiori di 2 mm. Si classificano come moderati quelli maggiori di 4 mm. Si classificano come gravi, poiché riducono la stabilità del dente, quelli attorno ai 10 mm.

Cosa bisogna fare nella programmazione terapeutica?

Qui il discorso si fa un po’ nazionale. Nel senso che gli autori evidenziano come potrebbe essere efficace fare una lastra a 12 mesi dalla terapia poiché un riassorbimento a questo punto del trattamento è correlato significativamente con un maggior riassorbimento alla fine del trattamento. Nonostante ciò essendo il riassorbimento apicale esterno molto raro, non è possibile consigliare una lastra a 12 mesi per qualsiasi trattamento. Solo per il trattamento più a rischio è indicata una lastra di controllo: “trattamento ortodontico con estrazione“.

Cosa bisogna fare se ci accorgiamo di un riassorbimento apicale esterno?

Qui le evidenze si fanno un po’ scarse. Nonostante ciò il consiglio è quello di decidere assieme al paziente se proseguire oppure fermarsi. E’ chiaro che questo dipenderà molto dalla situazione occlusale in cui si è in questo momento. Una mancata coordinazione occlusale non può permettere di interrompere il trattamento. Nel caso si decida di proseguire Bisogna attendere 3 mesi con l’apparecchiatura passiva, proseguire poi per sei mesi a ripetere la lastra.

Gli autori si soffermano ad analizzare bene tutte le evidenze, per questo motivo vi consiglio di leggere l’articolo in originale. Oltre a ciò vi è una discussione interessante sulla contenzione. In questo caso è necessario tenere sotto controllo il paziente a più stretto giro. Avvisarlo della necessità di mantenere una igiene orale perfetta poiché una perdita di attacco coronale sarebbe ancor più deleterio in denti già riassorbiti.

A parte questo veniamo noi….

Checklist:

Diagnosi - Programmazione terapeutica 

  • Il caso è un caso estrattivo? Se sì programmare lastra a 12 mesi. 
Diagnosi - Rivalutazione caso
  • È presente un riassorbimento apicale esterno? Se sì applicare i protocolli del caso


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